Seractil: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Seractil compresse rivestite con film

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Seractil compresse rivestite con film: ultimo aggiornamento pagina: (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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Seractil 300 mg compresse rivestite con film Seractil 400 mg compresse rivestite con film

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Seractil 300 mg compresse rivestite con film

Ogni compressa rivestita con film contiene 300 mg di dexibuprofene. Seractil 400 mg compresse rivestite con film

Ogni compressa rivestita con film contiene 400 mg di dexibuprofene. Per l’elenco completo degli eccipienti vedere paragrafo 6.1

03.0 Forma farmaceutica

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Seractil 300 mg compresse rivestite con film

Compresse rivestite con film. Bianche, rotonde, non incise.

Seractil 400 mg compresse rivestite con film Compresse rivestite con film.

Bianche, oblunghe, incise su entrambi i lati.

La compressa può essere divisa in due dosi uguali.

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Trattamento sintomatico del dolore e dell’infiammazione associati ad osteoartrite. Trattamento sintomatico acuto del dolore durante il periodo mestruale (dismenorrea primaria).

Trattamento sintomatico di altre forme di dolore lieve o moderato come il dolore muscolo- scheletrico e il dolore dentale.

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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Posologia

Il dosaggio deve essere aggiustato in funzione della gravità del disturbo e dei sintomi accusati dal paziente.

Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati con l’uso della dose minima efficace per la durata di trattamento più breve possibile per controllare i sintomi (vedere paragrafo 4.4).

La dose singola massima è 400 mg, la dose massima giornaliera è 1200 mg di dexibuprofene

Il dexibuprofene è disponibile in compresse rivestite con film da 300 mg e 400 mg. Le compresse da 400 mg possono essere divise in due dosi uguali.

Osteoartrite

La dose giornaliera raccomandata è di 600-900 mg di dexibuprofene, suddivisa fino a tre somministrazioni, per esempio 400 mg due volte al giorno o 300 mg due o tre volte al giorno. La dose giornaliera può essere aumentata fino a 1200 mg di dexibuprofene, in pazienti con sintomatologia acuta o in corso di riacutizzazione

Dismenorrea

Viene raccomandata una dose giornaliera da 600 a 900 mg di dexibuprofene, suddivisa fino a tre somministrazioni, per esempio 400 mg due volte al giorno o 300 mg due o tre volte al giorno.

Dolore lieve o moderato

La dose giornaliera raccomandata è di 600 mg di dexibuprofene, suddivisa fino a tre somministrazioni. Se risulta necessario, in pazienti affetti da dolore acuto (per es. in seguito ad avulsione chirurgica di denti) la dose di dexibuprofene può essere temporaneamente aumentata sino a 1200 mg al giorno.

Popolazione pediatrica

Non sono stati condotti studi sull’uso di dexibuprofene nei bambini e negli adolescenti (<

18 anni): non sono stati stabiliti parametri di sicurezza ed efficacia e quindi non è raccomandato l’uso in questa fascia di età.

Anziani

Negli anziani non sono necessarie particolari modifiche dei dosaggi descritti. Tuttavia, è opportuna una valutazione e una riduzione della dose individuale a causa dell’aumentata suscettibilità degli anziani alle reazioni avverse del tratto gastrointestinale (vedi par. 4.4).

Disfunzione epatica

Pazienti con disfunzione epatica lieve o moderata devono iniziare la terapia a dosi ridotte e devono essere strettamente controllati.

Disfunzione renale

Pazienti con disfunzione renale lieve o moderata devono iniziare la terapia a dosi ridotte.

Modo di somministrazione

Le compresse rivestite con film possono essere assunte a stomaco pieno o vuoto (vedi par. 5.2). In genere i FANS (farmaci antiinfiammatori non steroidei) vengono preferibilmente assunti dopo i pasti per ridurre l’irritazione gastrointestinale, particolarmente nel caso di impiego prolungato.

Tuttavia è prevedibile in alcuni pazienti una latenza nell’insorgenza dell’effetto terapeutico se le compresse vengono assunte con i pasti o immediatamente dopo i pasti.

04.3 Controindicazioni

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Dexibuprofene non deve essere somministrato nei seguenti casi:

Pazienti con ipersensibilità al dexibuprofene, a qualsiasi altro FANS o a uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

Pazienti in cui sostanze con analogo meccanismo d’azione (per es. acido

acetilsalicilico o altri FANS) possono scatenare attacchi di asma, broncospasmo, rinite acuta o causare polipi nasali, orticaria o edema angioneurotico.

Pazienti con storia di emorragia o perforazione gastrointestinale, correlate a pregressa

terapia con FANS.

Pazienti con sospetta o attiva o con pregressa ulcera peptica/emorragica ricorrente (due o più episodi distinti di dimostrata ulcerazione o sanguinamento).

Pazienti con emorragia cerebrovascolare o con altre emorragie in corso.

Pazienti con morbo di Crohn attivo o con colite ulcerosa attiva.

Pazienti con insufficienza cardiaca grave (IV classe NYHA).

Pazienti con disfunzione renale grave (VFG<30 ml/min).

Pazienti con funzionalità epatica gravemente compromessa.

A partire dal 6° mese di gravidanza (vedi par. 4.6).

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati con l’uso della più bassa dose efficace per la più breve durata possibile di trattamento che occorre per controllare i sintomi (vedi par. 4.2 e rischi gastrointestinali e cardiovascolari di seguito riportati).

L’uso di Dexibuprofene deve essere evitato in concomitanza con altri FANS inclusi gli inibitori selettivi della cicloossigenasi-2.

Rischi gastrointestinali

I pazienti anziani presentano un aumento della frequenza di reazioni avverse ai FANS specialmente perforazioni ed emorragie gastrointestinali che possono essere fatali (vedi paragrafo 4.2).

Emorragia gastrointestinale, ulcerazione e perforazione, che possono risultare fatali, possono insorgere durante il trattamento con qualsiasi FANS, con o senza sintomi di preavviso o precedente storia di eventi gastrointestinali gravi.

Il rischio di emorragia, ulcerazione o perforazione gastrointestinali aumenta con l’aumentare del dosaggio del FANS, in pazienti con storia di ulcera, specialmente se complicata da emorragia o perforazione (vedi par. 4.3), alcolismo e negli anziani. Questi pazienti devono iniziare il trattamento impiegando la dose minima. L’uso concomitante di agenti protettori (per es. misoprostolo o inibitori della pompa protonica) deve essere considerato in questi pazienti, cosi pure in quei pazienti che assumono basse dosi di acido acetilsalicilico, o di altri farmaci che possono aumentare il rischio di eventi gastrointestinali (vedi di seguito e par. 4.5).

Pazienti con storia di tossicità gastrointestinale in particolare se anziani, devono segnalare qualsiasi sintomo addominale (specialmente emorragia gastrointestinale), in particolare nelle fasi iniziali del trattamento.

Si raccomanda particolare cautela in pazienti che assumono farmaci concomitanti che potrebbero aumentare il rischio di ulcerazione o emorragia, come i corticosteroidi orali, gli anticoagulanti come warfarin, gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina o gli agenti antiaggreganti piastrinici come l’acido acetilsalicilico (vedi par. 4.5).

Quando si verificano emorragie o ulcerazioni gastrointestinali in pazienti che assumono Seractil, il trattamento deve essere sospeso.

Si raccomanda particolare cautela nella somministrazione dei FANS, nel caso di soggetti con storia di malattie gastrointestinali (colite ulcerativa, morbo di Crohn) poichè tali condizioni potrebbero essere esacerbate (vedi par. 4.8).

Ipersensibilità

Cosi come con altri FANS, possono comparire reazioni allergiche, ivi comprese reazioni anafilattiche/anafilattoidi, anche senza precedente esposizione al farmaco.

Cautela deve essere adottata in soggetti con storia di asma bronchiale o che ne soffrono, dal momento che i FANS in tali soggetti, possono causare broncospasmo (vedi par. 4.3.).

Effetti cardiovascolari e cerebrovascolari.

Un adeguato monitoraggio e opportune istruzioni sono necessarie per pazienti con anamnesi positiva per ipertensione e/o insufficienza cardiaca congestizia da lieve a moderata, poichè sono stati riscontrati ritenzione di liquidi ed edema in associazione al trattamento con FANS.

Studi clinici suggeriscono che l’uso di ibuprofene, specialmente ad alte dosi (2400 mg al giorno) può essere associato ad un modesto aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (per esempio infarto del miocardio o ictus). In generale, gli studi epidemiologici non suggeriscono che basse dosi

di ibuprofene (es. ≤ 1200 mg al giorno) siano associate a un aumento del rischio di eventi

trombotici arteriosi. Sebbene vi siano pochi dati relativamente al rischio trombotico arterioso associato a dexibuprofene, è ragionevole presumere che il rischio associato alla somministrazione di dexibuprofene in dosi elevate (1200 mg/die) sarebbe comparabile a quello associato alla terapia con ibuprofene in dosi elevate (2400 mg/die).

I pazienti con ipertensione non controllata, insufficienza cardiaca congestizia (II-III classe NYHA), cardiopatia ischemica accertata, malattia arteriosa periferica e/o malattia cerebrovascolare devono essere trattati con dexibuprofene solo dopo attenta considerazione e si devono evitare dosi elevate (1200 mg al giorno).

Attenta considerazione deve essere esercitata anche prima di iniziare il trattamento a lungo termine per i pazienti con fattori di rischio per eventi cardiovascolari (per es. ipertensione arteriosa, iperlipidemia, diabete mellito, abitudine al fumo di sigaretta), soprattutto se sono necessarie dosi elevate (1200 mg al giorno) di dexibuprofene.

Effetti renali e epatici

Cautela deve essere adottata nel trattamento di pazienti affetti da malattie renali ed epatiche; deve essere preso in considerazione il rischio di ritenzione di fluidi, edema e peggioramento della funzionalità renale. In caso di trattamento di questi pazienti con dexibuprofene, deve essere impiegata la più bassa dose efficace e la funzionalità renale deve essere regolarmente controllata.

Come altri FANS, dexibuprofene può essere associato ad effetti collaterali renali che possono portare a glomerulonefrite, nefriti interstiziali, necrosi papillare renale, sindrome nefrosica ed insufficienza renale acuta (vedi par. 4.2, 4.3 e 4.5).

Come tutti i FANS, dexibuprofene può aumentare i valori di azotemia e di creatininemia.

Come altri FANS, dexibuprofene può causare un lieve aumento transitorio di alcuni parametri epatici ed anche incrementi significativi delle SGOT e SGPT. In caso di consistenti aumenti di questi parametri, la terapia deve essere interrotta (vedi par. 4.2 e 4.3).

In generale, l’uso abituale di analgesici, specialmente l’associazione di diversi analgesici, può comportare l’instaurarsi di lesioni renali con rischio di insufficienza renale (nefropatie da analgesici). Deve pertanto essere evitata l’associazione con ibuprofene o con altri FANS (inclusi i prodotti di automedicazione e gli inibitori selettivi della COX-2).

Reazioni cutanee

Gravi reazioni cutanee alcune delle quali fatali, incluse dermatite esfoliativa, sindrome di Steven- Johnson e necrolisi epidermica tossica, sono state segnalate molto raramente in associazione alla terapia con FANS (vedi par. 4.8). I pazienti sembrano essere più ad alto rischio nelle primi fasi della terapia e l’insorgenza delle reazioni avviene in genere entro il primo mese di trattamento. La somministrazione di dexibuprofene deve essere interrotta alla prima comparsa di rash cutaneo, lesioni delle mucose o qualsiasi altro segno di ipersensibilità.

Coagulazione

Analogamente agli altri FANS, dexibuprofene può inibire, in maniera reversibile la funzionalità e l’aggregazione piastrinica e prolungare il tempo di sanguinamento. Occorre cautela con pazienti affetti da diatesi emorragica ed altri disordini della coagulazione e quando si somministra dexibuprofene in concomitanza con anticoagulanti orali (vedi par. 4.5).

Dati da studi preclinici indicano che l’inibizione dell’aggregazione piastrinica determinata da acido acetilsalicilico somministrato a basse dosi può risultare alterata dalla somministrazione concomitante di FANS come dexibuprofene. Questa interazione può

ridurre l’effetto protettivo cardiovascolare. Pertanto nel caso di somministrazione concomitante di acido acetilsalicilico a basse dosi, si deve prestare particolare attenzione se la durata del trattamento eccede il breve termine (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).

Ulteriori avvertenze e precauzioni d’uso

Nel caso in cui sia utilizzato per il trattamento del dolore acuto quando è richiesto un rapido sollievo dal dolore, si può verificare in alcuni pazienti un inizio dell’attività ritardato, dovuto al tempo necessario per raggiungere il massimo livello plasmatico e un prolungamento dell’attività dopo l’assunzione di cibo (vedere anche paragrafo 5.2).

Pazienti trattati per lungo tempo con dexibuprofene, devono essere controllati cautelativamente (funzionalità renale ed epatica, quadro ematologico/emocromo).

Dexibuprofene deve essere somministrato con cautela ai soggetti affetti da lupus eritematoso sistemico e da diverse malattie del tessuto connettivo, in quanto possono essere predisposti a effetti indesiderati renali e del SNC, indotti dai FANS, inclusa la meningite asettica (vedi par. 4.8).

I FANS possono mascherare i sintomi di un’infezione.

Eccezionalmente, la varicella può essere l’origine di complicazioni cutanee gravi e infezioni dei tessuti molli. Ad oggi non si può escludere il contributo dei FANS nel peggioramento di queste infezioni. È pertanto sconsigliato l’uso di dexibuprofen in caso di varicella.

Nel corso di uso prolungato di analgesici ad alte dosi, al di fuori delle indicazioni terapeutiche, si può manifestare cefalea che non va trattata aumentando le dosi del medicinale in questione.

Farmaci che inibiscono la ciclossigenasi / sintesi di prostaglandine possono compromettere la fertilità in modo reversibile e quindi non sono raccomandati in donne che cercano di concepire. Donne che presentano difficoltà a concepire o che si stanno sottoponendo a esami per l’infertilità, devono considerare la sospensione della terapia con dexibuprofen (vedi par. 4.6).

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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L’informazione di questa sezione è basata sulla precedente esperienza con altri FANS.

In generale i FANS devono essere usati con cautela se somministrati in concomitanza con altri farmaci che possono aumentare il rischio di ulcera o sanguinamento gastro-intestinale o di compromissione della funzionalità renale.

Non è raccomandato l’uso contemporaneo con:

Anticoagulanti: l’effetto degli anticoagulanti, come warfarin (vedi par. 4.4), può essere potenziato dai FANS. Devono essere effettuati test della coagulazione del sangue (INR, tempo di sanguinamento) all’inizio del trattamento con dexibuprofene e il dosaggio degli anticoagulanti, se necessario, deve essere modificato.

Metotrexato a dosi di 15 mg/settimana o maggiori: La somministrazione di FANS e metotrexato entro le 24 ore, può comportare l’incremento dei livelli ematici di metotrexato

dovuto ad una riduzione della clearance renale del metotrexato con potenziale incremento della tossicità del metotrexato. Quindi, nei pazienti trattati con alte dosi di metotrexato, non è raccomandato l’uso concomitante di dexibuprofene (vedi par. 4.4).

Litio

i FANS possono aumentare i livelli plasmatici del litio, poiché ne riducono la clearance renale. La combinazione non è raccomandata (vedi par. 4.4). Nel caso in cui l’associazione sia necessaria devono essere effettuati frequenti controlli del litio. Si deve considerare la possibilità di ridurre la dose di litio.

Altri FANS e salicilati (acido acetilsalicilico come antidolorifico): l’uso contemporaneo con altri FANS, inclusi gli inibitori selettivi della cicloossigenasi-2 deve essere evitato, poichè la somministrazione simultanea di differenti FANS può incrementare il rischio di ulcere gastro-intestinali e di emorragie (vedere paragrafo 4.4).

Acido acetilsalicilico (come trattamento antiaggregante piastrinico):

La somministrazione concomitante di dexibuprofene e acido acetilsalicilico non è generalmente raccomandata a causa del potenziale aumento di effetti indesiderati.

Dati sperimentali suggeriscono che l’ibuprofene può inibire competitivamente l’effetto dell’acido acetilsalicilico a basse dosi sull’aggregazione piastrinica quando i due farmaci vengono somministrati contemporaneamente. Sebbene vi siano incertezze riguardanti l’estrapolazione di questi dati alla situazione clinica, non si può escludere la possibilità che l’uso regolare, a lungo termine di ibuprofene possa ridurre l’effetto cardioprotettivo dell’acido acetilsalicilico a basse dosi. Nessun effetto clinico rilevante è considerato probabile in seguito a un uso occasionale di ibuprofene (vedere paragrafo 5.1). Non essendovi dati disponibili per dexibuprofene, è ragionevole presumere che un’interazione simile possa esistere tra dexibuprofene (= S(+)-ibuprofene) (che è l’enantiomero farmacologicamente attivo di ibuprofene) e acido acetilsalicilico a basse dosi.

Precauzioni:

Antiipertensivi

i FANS possono diminuire l’efficacia dei beta-bloccanti, probabilmente a causa dell’inibizione della formazione di prostaglandine ad azione vasodilatante.

L’uso contemporaneo di FANS e di ACE inibitori o di antagonisti dei recettori dell’angiotensina II può essere associato all’aumento del rischio di insufficienza renale acuta, specialmente in pazienti con pregressa compromissione della funzionalità renale. Quando somministrata ad anziani e/o a pazienti disidratati, questa associazione può causare insufficienza renale acuta agendo direttamente sulla filtrazione glomerulare. Si raccomanda un attento controllo della funzionalità renale all’inizio del trattamento.

Inoltre, la somministrazione a lungo termine di FANS può, in teoria, ridurre l’effetto antiipertensivo degli antagonisti recettoriali dell’angiotensina II, cosi come riportato per gli ACE inibitori. Pertanto si raccomanda attenzione nel caso sia richiesta questa associazione e si raccomanda di effettuare un attento controllo della funzionalità renale all’inizio del trattamento (inoltre si devono incoraggiare i pazienti ad assumere adeguate quantità di liquidi).

Ciclosporina, tacrolimus, sirolimus e antibiotici aminoglicosidiciil trattamento concomitante con FANS può aumentare il rischio di nefrotossicità, dovuto alla riduzione della sintesi di prostaglandine nel rene. Durante il trattamento concomitante,la funzionalità renale deve essere strettamente controllata, specialmente negli anziani.

CorticosteroidiAumentato rischio di ulcera gastrointestinale o emorragia (vedi par. 4.4).

Digossinai FANS possono incrementare il livello plasmatico di digossina nel sangue e quindi aumentare il rischio di tossicità da digossina.

Metotrexato a dosi più basse di 15 mg/settimana

dexibuprofene può aumentare i livelli di metotrexato.

Se si usa il dexibuprofene in associazione con basse dosi di metotrexato, si devono effettuare attenti controlli ematologici particolarmente nelle prime settimane di trattamento. In presenza anche solo di una lieve compromissione renale, specialmente nell’anziano, è richiesto un maggior controllo e la funzionalità renale deve essere controllata per prevenire qualsiasi riduzione della clearance del metotrexato.

Fenitoina

Alcuni FANS possono spiazzare la fenitoina dai siti di legame con le proteine plasmatiche, con la possibilità di un aumento dei livelli serici di fenitoina ed aumento della sua tossicità. Nonostante vi sia una limitata evidenza clinica su questa interazione, si raccomanda di adattare la dose di fenitoina sulla base del controllo dei livelli plasmatici e/o dei segni di tossicità osservati.

Fenitoina, fenobarbitale e rifampicina: la somministrazione concomitante di agenti induttori di CYP2C8 e CYP2C9, può ridurre gli effetti del dexibuprofene.

Antiaggreganti piastrinici e inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRIs):

aumento del rischio di sanguinamento gastrointestinale.

Tiazidi, sostanze tiazidi-correlate e diuretici dell’ansa e diuretici risparmiatori del potassio: L’uso concomitante di un FANS e di un diuretico può aumentare il rischio di insufficienza renale secondaria ad una riduzione del flusso ematico renale.

Farmaci che aumentano i livelli plasmatici di potassio

è stato segnalato che i FANS aumentano i livelli plasmatici di potassio. Pertanto, si deve prestare particolare attenzione nel caso di uso concomitante con farmaci che aumentino i livelli plasmatici di potassio (quali i diuretici risparmiatori di potassio, gli ACE inibitori, gli antagonisti dei recettori dell’angiotensina II, i farmaci immunosoppressori come ciclosporina o tacrolimus, trimetoprim e eparine) e devono essere controllati i livelli plasmatici di potassio.

Trombolitici, ticlopidina e antiaggreganti piastrinici:

Dexibuprofene inibisce l’aggregazione piastrinica inibendo la ciclossigenasi piastrinica.

Pertanto si raccomanda cautela quando dexibuprofene è somministrato in concomitanza a trombolitici, ticlopidina e altri antiaggreganti piastrinici, a causa del rischio di aumento dell’effetto antiaggregante piastrinico.

Antidiabetici orali: l’uso concomitante di un FANS e sulfanilurea può causare fluttuazioni dei livelli plasmatici del glucosio. Pertanto può essere necessario un adeguato monitoraggio.

Zidovudina (azidotimidina):

è stato riportato che l’uso concomitante di FANS e zidovudina aumenta il rischio di emartrosi e ematomi in pazienti con emofilia.

Pemetrexed: alte dosi di FANS possono aumentare la concentrazione di pemetrexed. In pazienti con funzionalità renale compromessa, l’uso concomitante di FANS ad alte dosi

deve essere evitato nei due giorni precedenti e successivi la somministrazione di pemetrexed.

Alcol: l’eccessivo consumo di alcol durante la terapia con FANS può aumentare gli effetti collaterali gastrointestinali.

04.6 Gravidanza e allattamento

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Gravidanza:

L’inibizione della sintesi delle prostaglandine può esercitare effetti negativi sulla gravidanza e/o sullo sviluppo embriofetale. Risultati di studi epidemiologici suggeriscono un aumentato rischio di aborto spontaneo, malformazioni cardiache e gastroschisi in seguito all’uso di inibitori della sintesi di prostaglandine nelle prime fasi della gravidanza. Il rischio assoluto di malformazioni cardiovascolari aumenta da meno dell’ 1% fino a circa 1,5%. Si pensa che il rischio aumenti con la dose e la durata della terapia.

Negli animali, la somministrazione di inibitori della sintesi di prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita pre e post-impianto e di mortalità embrio-fetale. Inoltre, un aumento di incidenza di varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, è stato segnalato in animali trattati con inibitori della sintesi delle prostaglandine durante il periodo organogenetico (vedi par. 5.3).

Durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza i FANS devono essere somministrati solo se strettamente necessario. Se si ricorre ai FANS nel primo e secondo trimestre di gravidanza, deve essere utilizzata la più bassa dose efficace e per la più breve durata possibile di trattamento.

Nell’ultimo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi delle prostaglandine possono esporre il feto a:

Tossicità cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare),

Danneggiamento della funzionalità renale, che può progredire verso l’insufficienza renale con oligoidroamniosi, ed esporre la madre ed il neonato, al termine della gravidanza, a:

Possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, un effetto antiaggregante che può manifestarsi anche a dosi molto basse,

Inibizione delle contrazioni uterine e ritardo o prolungamento del travaglio. Pertanto, dexibuprofene è controindicato a partire dal sesto mese di gravidanza.

Allattamento:

Ibuprofene presenta un trascurabile passaggio nel latte materno. L’allattamento è possibile con dexibuprofene, se il dosaggio utilizzato è basso ed il periodo di trattamento è breve.

Fertilità:

I FANS possono compromettere la fertilità in maniera reversibile e non sono raccomandati in donne che cercano di concepire (vedi par. 4.4).

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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Durante il trattamento con dexibuprofene la capacità di reazione del paziente può essere ridotta quando vertigini, stanchezza, sonnolenza, capogiro o disturbi visivi appaiono come effetti collaterali. Questo deve essere preso in considerazione quando è richiesta

maggiore attenzione, per esempio quando si guidano veicoli o quando si utilizzano macchinari. Per una singola assunzione o per un breve periodo di trattamento con dexibuprofene non sono necessarie precauzioni particolari.

04.8 Effetti indesiderati

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L’esperienza clinica ha mostrato che il rischio di effetti indesiderati indotti dal dexibuprofene è paragonabile a quelli dell’ibuprofene racemo. I più frequenti effetti collaterali sono di natura gastrointestinale. Possono manifestarsi ulcere peptiche, perforazione o sanguinamento gastrointestinale, talvolta fatali, specialmente nei pazienti anziani (vedi par. 4.4).

Studi clinici “bridging” e altri studi della durata di circa 2 settimane mostrano una frequenza di circa 8% – 20% di pazienti con eventi prevalentemente lievi di natura gastrointestinale e una frequenza ancora più ridotta in popolazioni a basso rischio per esempio durante l’uso a breve termine o occasionale.

Molto comune ≥1/10
Comune ≥1/100, <1/10
Non comune ≥1/1.000, <1/100
Raro ≥1/10.000, <1/1.000
Molto raro ≤1/10.000,
Non nota la frequenza non può essere definita sulla
base dei dati disponibili

Infezioni e infestazioni

Molto raro: peggioramento dell’infiammazione correlata all’infezione (fascite necrotizzante).

Patologie del sistema emolinfopoietico

Il tempo di sanguinamento può essere prolungato.

Raro: casi di disordini ematologici che includono trombocitopenia, leucopenia, granulocitopenia, pancitopenia, agranulocitosi, anemia aplastica o anemia emolitica.

Disturbi del sistema immunitario

Non comune: porpora (inclusa porpora allergica), angioedema. Raro: reazione anafilattica.

Molto raro: reazione di ipersensibilità generalizzata, inclusi sintomi come febbre con rash cutaneo, dolore addominale, mal di testa, nausea e vomito, segni di danno epatico, anche meningite asettica. Nella maggior parte dei casi in cui è stata segnalata meningite asettica con ibuprofene, era presente qualche forma di malattia autoimmune (lupus eritematoso sistemico o altre malattie del collagene) come fattore di rischio. Nel caso di reazione di ipersensibilità grave e generalizzata possono presentarsi gonfiore del viso, della lingua e della laringe, broncospasmo, asma, tachicardia, ipotensione e shock.

Disturbi psichiatrici

Non comune: ansia.

Raro: reazione psicotica, depressione, irritabilità.

Patologie del sistema nervoso

Comune: sonnolenza, mal di testa, capogiro, vertigini. Non comune: insonnia, irrequietezza.

Raro: disorientamento, confusione, agitazione.

Molto raro: meningite asettica (vedi disturbi del sistema immunitario).

Patologie dell’occhio

Non comune: disturbi visivi.

Raro: ambliopia tossica reversibile.

Patologie dell’orecchio e del labirinto

Non comune: tinnito.

Raro: compromissione dell’udito.

Patologie gastrointestinali

Molto comune: dispepsia, dolore addominale.

Comune: diarrea, nausea, vomito.

Non comune: ulcere ed emorragie gastro-intestinali, gastrite, stomatite ulcerativa, melena.

Raro: perforazione gastrointestinale, flatulenza, costipazione, esofagite, stenosi esofagea, recrudescenza di malattie diverticolari, coliti emorragiche aspecifiche, colite ulcerosa o Morbo di Crohn. Se si verificano perdite ematiche gastrointestinali queste possono causare anemia ed ematemesi.

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

Comune: rash cutaneo.

Non comune: orticaria, prurito.

Molto raro: eritema multiforme, necrolisi epidermica, lupus eritematoso sistemico, alopecia, reazioni di fotosensitività, gravi reazioni cutanee tipo Sindrome di Stevens- Johnson, necrolisi acuta tossico-epidermica (Sindrome di Lyell) e vascolite allergica.

Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche

Non comune: rinite, broncospasmo.

Patologie renali e urinarie

Molto raro: nefrite interstiziale, sindrome nefrosica e insufficienza renale.

Patologie epatobiliari

Raro: funzione epatica anormale, epatiti e ittero.

Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione

Comune: affaticamento.

Ritenzione idrica, i pazienti con ipertensione arteriosa o compromissione renale sembrano essere predisposti.

Patologie cardiache e vascolari

Edema, ipertensione arteriosa e insufficienza cardiaca sono stati segnalati in concomitanza al trattamento con FANS.

Studi clinici suggeriscono che l’uso di ibuprofene, specialmente ad alte dosi (2400 mg al giorno) può essere associato ad un modesto aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (per esempio infarto del miocardio o ictus) (vedere paragrafo 4.4). Sebbene vi siano pochi dati relativamente al rischio trombotico arterioso associato a dexibuprofene, è ragionevole presumere che il rischio associato alla somministrazione di dexibuprofene in dosi elevate (1200 mg/die) sarebbe comparabile a quello associato alla terapia con ibuprofene in dosi elevate (2400 mg/die).

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.aifa.gov.it/responsabili-farmacovigilanza.

04.9 Sovradosaggio

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Il dexibuprofene ha una bassa tossicità acuta e soggetti sono sopravvissuti anche ad una singola dose di 54 g di ibuprofene (equivalente approssimativamente a 27 g di dexibuprofene). La maggior parte dei casi di sovradosaggio sono stati asintomatici. Rischio di sintomi si evidenzia a dosi >80-100 mg/kg di ibuprofene.

L’insorgenza dei sintomi di solito si verifica nelle prime 4 ore. Sintomi lievi più comuni sono: dolori addominali, nausea, vomito, letargia, sonnolenza, cefalea, nistagmo, tinnito e atassia. Raramente sintomi moderati o gravi includono sanguinamento gastrointestinale, ipotensione, ipotermia, acidosi metabolica, crisi epilettiformi, compromissione della funzionalità renale, coma, sindrome di insufficienza respiratoria acuta dell’adulto e episodi transitori di apnea (nei bambini più piccoli a seguito di ingestione di alte dosi).

Il trattamento è sintomatico e non c’è un antidoto specifico. Quantità che possono non dare sintomatologia (meno di 50 mg/kg di dexibuprofene) possono essere diluite con acqua per minimizzare il disturbo gastrointestinale. In caso di ingestione di significative quantità deve essere somministrato carbone attivo.

Lo svuotamento dello stomaco per emesi può solo essere effettuato se la procedura viene instaurata entro 60 minuti dall’ingestione. La lavanda gastrica non deve essere presa in considerazione a meno che il soggetto non abbia ingerito una dose di farmaco che potenzialmente ne minacci la vita e che la procedura possa essere instaurata entro 60 minuti dall’ingestione. Diuresi forzata, emodialisi o emoperfusione, sono probabilmente inutili perché il dexibuprofene si lega fortemente alle proteine plasmatiche.

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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Categoria farmacoterapeutica: Prodotti antiinfiammatori e antireumatici non steroidei, derivati dell’acido propionico.

Codice ATC: M01AE14

Il dexibuprofene (= S (+) – ibuprofene) è l’enantiomero farmacologicamente attivo dell’ibuprofene, un FANS non selettivo. Si ritiene che il suo meccanismo di azione sia legato alla inibizione della sintesi delle prostaglandine. Nell’uomo questo riduce il dolore, l’infiammazione e la febbre e inibisce reversibilmente l’aggregazione piastrinica ADP- e collageno-stimolata.

Studi clinici “bridging” al fine di confrontare l’efficacia dell’ibuprofene e del dexibuprofene nell’osteoartrite per un periodo di trattamento di 15 giorni, nella dismenorrea, includendo i sintomi di dolore e nel mal di denti hanno dimostrato almeno la non inferiorità del dexibuprofene rispetto all’ibuprofene racemo alla dose raccomandata con un rapporto delle dosi di 1:2.

Dati sperimentali suggeriscono che l’ibuprofene può inibire competitivamente l’effetto dell’acido acetilsalicilico a basse dosi sull’aggregazione piastrinica quando i due farmaci vengono somministrati contemporaneamente. In alcuni studi di farmacodinamica, dopo la somministrazione di singole dosi di 400 mg di ibuprofene assunto entro 8 ore prima o entro 30 minuti dopo la somministrazione di acido acetilsalicilico a rilascio immediato (81 mg), si è verificata una riduzione dell’effetto dell’acido acetilsalicilico sulla formazione di trobossano e sull’aggregazione piastrinica. Sebbene vi siano incertezze riguardanti l’estrapolazione di questi dati alla situazione clinica, non si può escludere la possibilità che l’uso regolare, a lungo termine di ibuprofene possa ridurre l’effetto cardioprotettivo dell’acido acetilsalicilico a basse dosi. Nessun effetto clinico rilevante è considerato probabile in seguito a un uso occasionale di ibuprofene (vedere paragrafo 4.5). Non essendovi dati disponibili per dexibuprofene, è ragionevole presumere che un’interazione simile possa esistere tra dexibuprofene (= S(+)-ibuprofene) (l’enantiomero farmacologicamente attivo di ibuprofene) e acido acetilsalicilico a basse dosi.

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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Assorbimento

In seguito a somministrazione orale, il dexibuprofene è assorbito principalmente nell’intestino tenue.

I livelli plasmatici massimi sono raggiunti 2 ore dopo la somministrazione orale, analogamente alle formulazioni a base di ibuprofen convenzionale.

Tuttavia, sono disponibili formulazioni di ibuprofen per le quali l’assorbimento gastrointestinale è più rapido con conseguente raggiungimento del picco di concentrazione plasmatica entro 1 ora dalla somministrazione (per esempio ibuprofen sodico). Ma non è stata finora evidenziata in modo consistente, né per l’ibuprofen, né per il dexibuprofen, una diretta correlazione tra il “tempo per raggiungere il picco plasmatico” e il “tempo di comparsa dell’efficacia clinica”. Inoltre i dati relativi al “tempo di comparsa dell’efficacia clinica” per varie formulazioni di ibuprofen sono considerati inconsistenti.

Distribuzione

Il legame con le proteine plasmatiche ammonta circa al 99%.

Metabolismo e eliminazione

Dopo la trasformazione metabolica nel fegato (idrossilazione, carbossilazione), i metaboliti farmacologicamente inattivi sono completamente escreti principalmente dai reni (90%), ma anche nella bile. L’emivita di eliminazione è di 1,8-3,5 ore.

Assunzione di cibo

La somministrazione di 400 mg di dexibuprofene con un pasto ricco di grassi ne ritarda il tempo di raggiungimento della concentrazione plasmatica massima (da 2,1 ore a digiuno a 2,8 ore dopo un pasto ricco di grassi) e riduce le concentrazione plasmatica massima (da 20,6 a 18,1 μg/ml, effetto privo di rilevanza clinica), ma non ha alcun effetto sulla quantità assorbita.

Pazienti con compromissione della funzionalità renale e epatica

Studi farmacocinetici con ibuprofene in pazienti affetti da insufficienza renale consigliano una riduzione della dose in questi pazienti. Si raccomanda inoltre particolare cautela a causa dell’inibizione della sintesi renale delle prostaglandine (vedi par. 4.2 e 4.4).

L’eliminazione di dexibuprofene è leggermente inferiore in pazienti con cirrosi epatica.

05.3 Dati preclinici di sicurezza

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Studi “bridging” riguardanti la tossicità dopo somministrazione singola e a dosi ripetute, la tossicità riproduttiva e la mutagenesi, hanno dimostrato che il profilo tossicologico del dexibuprofene è paragonabile a quello dell’ibuprofene e non hanno rivelato per l’uomo altri possibili rischi specifici tossicologici o carcinogenici. Ibuprofene ha inibito l’ovulazione nel coniglio e compromesso l’impianto in diverse specie animali (coniglio, ratto, topo). La somministrazione di inibitori della sintesi delle prostaglandine, incluso ibuprofene (principalmente a dosi superiori a quelle terapeutiche), ad animali gravidi, ha determinato un aumento delle perdite pre- e post impianto, mortalità embrio-fetale e aumentata incidenza di malformazioni.

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Nucleo compressa:

ipromellosa

cellulosa microcristallina carmellosa calcica

silice colloidale anidra talco.

Rivestimento:

ipromellosa

titanio diossido (E171) triacetina

talco

macrogol 6000.

06.2 Incompatibilità

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Non pertinente

06.3 Periodo di validità

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Seractil 300 mg compresse rivestite con film 3 anni (blister di PVC/PVDC/alluminio)

Seractil 400 mg compresse rivestite con film 3 anni (blister di PVC/PVDC/alluminio)

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Non conservare a temperatura superiore ai 25°C.

06.5 Natura e contenuto della confezione

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Seractil 300 mg compresse rivestite con film

10, 20, 30, 50, 60, 100 compresse rivestite con film in blister di PVC/PVDC/alluminio. Seractil 400 mg compresse rivestite con film

10, 20, 30, 50, 60, 100 compresse rivestite con film in blister di PVC/PVDC/alluminio. E’ possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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Nessuna istruzione particolare

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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NEOPHARMED GENTILI S.p.A. Via San Giuseppe Cottolengo, 15 – 20143 Milano

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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A.I.C. n. 034765077/M 10 compresse rivestite con film in blister da 300 mg

A.I.C. n. 034765089/M 20 compresse rivestite con film in blister da 300 mg

A.I.C. n. 034765091/M 30 compresse rivestite con film in blister da 300 mg

A.I.C. n. 034765103/M 50 compresse rivestite con film in blister da 300 mg

A.I.C. n. 034765115/M 60 compresse rivestite con film in blister da 300 mg

A.I.C. n. 034765127/M 100 compresse rivestite con film in blister da 300 mg

A.I.C. n. 034765139/M 10 compresse rivestite con film in blister da 400 mg

A.I.C. n. 034765141/M 20 compresse rivestite con film in blister da 400 mg

A.I.C. n. 034765154/M 30 compresse rivestite con film in blister da 400 mg

A.I.C. n. 034765166/M 50 compresse rivestite con film in blister da 400 mg

A.I.C. n. 034765178/M 60 compresse rivestite con film in blister da 400 mg

A.I.C. n. 034765180/M 100 compresse rivestite con film in blister da 400 mg

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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Data della prima autorizzazione: 27 novembre 2003 Data del rinnovo più recente: 29 marzo 2010

10.0 Data di revisione del testo

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Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: 20/04/2021