Xatral 25 mg
Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto
Xatral 25 mg: ultimo aggiornamento pagina: (Fonte: A.I.FA.)
01.0 Denominazione del medicinale
XATRAL 2,5 mg compresse rivestite
02.0 Composizione qualitativa e quantitativa
Una compressa contiene
2,5 mg di alfuzosina cloridrato. Eccipienti con effetti noti: lattosio.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
03.0 Forma farmaceutica
Compresse rivestite.
04.0 INFORMAZIONI CLINICHE
04.1 Indicazioni terapeutiche
Trattamento della sintomatologia funzionale dell’ipertrofia prostatica benigna.
04.2 Posologia e modo di somministrazione
Posologia
Adulti
La posologia raccomandata è di 1 compressa di XATRAL 2,5 mg compresse rivestite 3 volte al giorno (7,5 mg/die).
Anziani e pazienti in trattamento con antiipertensivi
Di norma, come precauzione nel prescrivere alfuzosina nei pazienti anziani (di età superiore ai 65 anni) e nei pazienti in trattamento con antiipertensivi, la posologia iniziale dovrebbe essere di 1 compressa mattino e sera.
Queste dosi possono essere aumentate in funzione della risposta clinica, senza comunque superare le 4 compresse da 2,5 mg (10 mg) al giorno.
In pazienti con insufficienza renale si raccomanda, per precauzione, che la posologia iniziale sia di 1 compressa di XATRAL 2,5 mg compresse rivestite 2 volte al giorno e che essa sia poi adattata in funzione della risposta clinica.
Insufficienza epatica
Si raccomanda che, in pazienti con insufficienza epatica da lieve a moderata, la terapia venga iniziata con una compressa al giorno di XATRAL 2,5 mg compresse rivestite, da aumentarsi a 2 compresse al giorno, in funzione della risposta clinica.
Popolazione pediatrica
L’efficacia di alfuzosina non è stata dimostrata nei bambini di età tra 2 e 16 anni (vedere paragrafo 5.1). Pertanto l’alfuzosina non è indicata per l’utilizzo nella popolazione pediatrica.
Modo di somministrazione
La prima compressa deve essere assunta subito prima di coricarsi.
04.3 Controindicazioni
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Precedenti di ipotensione ortostatica.
Associazione concomitante con altri
1-antagonisti.
Grave insufficienza epatica.
04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso
L’alfuzosina deve essere somministrata con cautela ai pazienti in terapia con antipertensivi o nitrati. In alcuni pazienti può manifestarsi ipotensione ortostatica, con o senza sintomi (capogiri, affaticamento, sudorazione), nelle prime ore successive all’assunzione della alfuzosina. In questi casi il paziente dovrà essere posto in posizione supina sino alla completa risoluzione dei sintomi. Questi fenomeni sono generalmente transitori, compaiono all’inizio della terapia e, di norma, non pregiudicano la prosecuzione del trattamento.
Nella sorveglianza post-marketing è stato riportato un pronunciato calo della pressione sanguigna (collasso circolatorio) in pazienti con fattori di rischio preesistenti (come sottostanti malattie cardiache e/o il trattamento concomitante con farmaci antiipertensivi, età avanzata) (vedere paragrafo 4.8). Il rischio di sviluppare ipotensione e reazioni avverse correlate può essere maggiore nei pazienti anziani. Pertanto, l’alfuzosina deve essere somministrata con cautela in questo gruppo di pazienti.
Il paziente deve essere informato sulla possibilità che si verifichino questi eventi.
Si deve prestare attenzione quando si somministra alfuzosina a pazienti nei quali altri
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-antagonisti hanno determinato un effetto ipotensivo pronunciato o in pazienti in cura con farmaci antiipertensivi o nitrati.
Nei pazienti affetti da patologia coronarica, il trattamento specifico per l’insufficienza coronarica deve essere continuato. Se gli episodi anginosi riappaiono o peggiorano, il trattamento con alfuzosina deve essere interrotto.
Come tutti gli
1-bloccanti, alfuzosina deve essere usata con cautela nei soggetti con insufficienza cardiaca acuta.
I pazienti con un prolungamento congenito dell’intervallo QTc, con precedenti noti di prolungamento QTc acquisito o in terapia con farmaci che sono noti causare allungamento dell’intervallo QTc devono essere valutati prima e durante la terapia con alfuzosina.
L’alfuzosina, come altri
1-bloccanti, è stata associata a priapismo (erezione del pene persistente e dolorosa non correlata all’attività sessuale). I pazienti devono essere avvertiti della gravità della condizione che, se non propriamente trattata, può portare a impotenza permanente (vedere paragrafo 4.8 Effetti indesiderati).
Si deve evitare l’utilizzo concomitante di alfuzosina e potenti inibitori del CYP3A4 (come itraconazolo, ketoconazolo, inibitori della proteasi, claritromicina, telitromicina e nefazodone) (vedere paragrafo 4.5). L’alfuzosina non deve essere utilizzata in concomitanza con gli inibitori del CYP3A4, noti per aumentare l’intervallo QTc (ad es. itraconazolo e claritromicina) e si raccomanda un’interruzione temporanea del trattamento con alfuzosina se si inizia il trattamento con tali medicinali.
Durante interventi di chirurgia della cataratta alcuni pazienti, precedentemente trattati o in trattamento con
1-bloccanti, hanno manifestato la sindrome dell’iride a bandiera (IFIS – Intraoperative Floppy Iris Syndrome, una variante della sindrome della piccola pupilla). Anche se con alfuzosina il rischio di questo evento appare molto ridotto, il chirurgo oculista prima di procedere con l’intervento deve essere al corrente del trattamento in corso o precedente con
1– bloccanti poiché la comparsa di IFIS può aumentare le complicanze chirurgiche durante l’intervento.
I pazienti devono essere avvertiti che le compresse devono essere ingerite intere. Ogni altro modo di somministrazione, come frantumare, masticare, macinare o ridurle in polvere deve essere proibito. Queste azioni possono determinare un rilascio e un assorbimento impropri del principio attivo e quindi la possibile insorgenza di reazioni avverse.
In pazienti con preesistenti disturbi cerebrovascolari, sintomatici o asintomatici, vi è il rischio di ischemia cerebrale, a causa dell’azione ipotensiva che si può sviluppare in seguito alla somministrazione di alfuzosina.
Xatral 2,5 mg contiene lattosio
Quindi i pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp lattasi, o da malassorbimento di glucosio/galattosio non devono assumere questo medicinale.
04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione
Associazioni controindicate
Altri
1-antagonisti (vedere paragrafo 4.3 Controindicazioni), a causa del rischio di potenziamento dell’effetto ipotensivo.
Associazioni non raccomandate
Inibitori potenti del CYP3A4 come itraconazolo, ketoconazolo, inibitori della proteasi, claritromicina, telitromicina e nefazodone poiché possono aumentare la concentrazione dell’alfuzosina nel sangue (vedere paragrafo 4.4 “Avvertenze speciali e precauzioni di impiego”).
Associazioni che richiedono particolare attenzione
Farmaci antiipertensivi (vedere paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni di impiego).
Nitrati (vedere paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni di impiego).
La somministrazione di anestetici generali in pazienti trattati con alfuzosina può indurre instabilità della pressione arteriosa.
04.6 Gravidanza e allattamento
Date le indicazioni terapeutiche questa sezione non si applica.
04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari
Non ci sono dati disponibili sull’effetto del farmaco sulla capacità di guidare veicoli.
Effetti indesiderati quali capogiri ed astenia, si possono manifestare soprattutto all’inizio del trattamento. Di ciò si deve tenere conto quando si guidano veicoli o si utilizzano macchinari.
04.8 Effetti indesiderati
Classificazione delle frequenze attese:
Molto comune ( 1/10), comune ( 1/100 e <1/10), non comune ( 1/1000 e <1/100), raro ( 1/10000 e <1/1000), molto raro (<1/10000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Patologie cardiache
Non comune: tachicardia, palpitazioni.
Molto raro: episodi anginosi in pazienti con preesistenti patologie delle arterie coronarie Non nota: fibrillazione atriale.
Patologie dell’occhio
Non comune: visione anomala.
Non nota: sindrome dell’iride a bandiera (IFIS) .
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Comune: astenia, malessere. Non comune: edemi, dolore toracico.
Patologie gastrointestinali
Comune: nausea, dolore addominale, diarrea, secchezza della bocca. Non comune: vomito.
Patologie epatobiliari
Non nota: lesioni epatocellulari, epatopatia colestatica.
Patologie del sistema nervoso
Comune: svenimento/capogiri, vertigini, cefalea. Non comune: sonnolenza, sincope.
Non nota: ischemia cerebrale in pazienti con sottostanti disturbi cerebrovascolari
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella
Non nota: priapismo.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Non comune: rinite.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Non comune: rash, prurito.
Molto raro: orticaria, angioedema.
Patologie vascolari
Comune: ipotensione (ortostatica). Non comune: flushing (rossore).
Non nota: collasso circolatorio in pazienti con fattori di rischio preesistenti (vedere paragrafo 4.4).
Patologie del sistema emolinfopoietico
Non nota: neutropenia, trombocitopenia.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette.
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo
https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni- avverse.
04.9 Sovradosaggio
In caso di sovradosaggio il paziente deve essere ospedalizzato, mantenuto in posizione supina e deve essergli praticato un trattamento convenzionale per l’ipotensione.
In caso di marcata ipotensione, un’adeguata terapia correttiva può essere costituita da un vasocostrittore che agisca direttamente sulle fibre muscolari dei vasi.
A causa dell’elevato legame proteico, l’alfuzosina è difficilmente dializzabile: la dialisi non apporta, pertanto, benefici significativi.
05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
05.1 Proprietà farmacodinamiche
Categoria farmacoterapeutica: Farmaci usati nell’ipertrofia prostatica benigna; antagonisti dei recettori alfa-adrenergici. Codice ATC: G04CA01
L’alfuzosina è un derivato chinazolinico attivo per via orale, dotato di attività antagonista selettiva sui recettori a1-adrenergici post-sinaptici.
Gli studi farmacologici in vitro hanno confermato la selettività dell’alfuzosina per i recettori
1
-adrenergici, situati a livello del trigono vescicale, dell’uretra e della prostata.
Studi sperimentali nell’animale in vivo hanno dimostrato che l’alfuzosina diminuisce la pressione uretrale e, di conseguenza, la resistenza al flusso urinario durante la minzione. Inoltre l’alfuzosina inibisce la risposta ipertonica dell’uretra più rapidamente rispetto a quella della muscolatura liscia e risulta caratterizzata da una uroselettività funzionale nel ratto cosciente normoteso in quanto diminuisce la pressione uretrale a dosi inefficaci sulla pressione arteriosa. In ambito clinico, nell’ipertrofia benigna della prostata, lo sviluppo e la gravità dei sintomi funzionali non sono correlati soltanto alla dimensione dell’adenomiofibroma, ma anche alla componente nervosa simpatica, la quale, per stimolazione dei recettori a1-adrenergici postsinaptici, aumenta in generale la tensione della muscolatura liscia del tratto urinario inferiore ed in particolare della componente stromale prostatica.
Studi controllati verso placebo condotti in pazienti con ipertrofia prostatica benigna, hanno mostrato:
un aumento significativo del picco di flusso urinario sin dalla prima assunzione di alfuzosina,
una riduzione significativa della pressione detrusoriale e un aumento del volume vescicale di urina che produce un forte desiderio di urinare,
una riduzione significativa del volume urinario residuo.
Questi favorevoli effetti urodinamici hanno portato ad un miglioramento dei sintomi a carico delle basse vie urinarie sia di tipo irritativo che ostruttivo.
L’insufficienza renale cronica anche grave (clearance della creatinina compresa fra 15 e 40 ml/min) non viene aggravata dall’alfuzosina.
Popolazione pediatrica
L’alfuzosina non è indicata per l’utilizzo nella popolazione pediatrica (vedere paragrafo 4.2).
L’efficacia di alfuzosina cloridrato non è stata dimostrata nei due studi condotti in 197 pazienti dai 2 ai 16 anni di età con elevata pressione detrusoriale minima al punto di fuga, di origine neurologica (LPP≥40 cm H2O). I pazienti sono stati trattati con alfuzosina cloridrato 0,1 mg/kg/die oppure 0,2 mg/kg/die utilizzando apposite formulazioni pediatriche.
05.2 Proprietà farmacocinetiche
L’alfuzosina ha un buon assorbimento, con un valore medio di biodisponibilità del 64%; le concentrazioni massime plasmatiche vengono generalmente raggiunte in circa 1,5 ore (da 0,5 a
6 ore). La cinetica è lineare nel range di dosi terapeutiche. Il profilo cinetico è caratterizzato da ampie variazioni individuali delle concentrazioni plasmatiche.
L’emivita di eliminazione plasmatica risulta circa 4,8 ore. Il legame alle proteine plasmatiche è del 90% circa; il 68,2% alla siero albumina umana ed il 52,5% alle glicoproteine del siero umano.
L’alfuzosina è massivamente metabolizzata ed è escreta principalmente attraverso le vie biliari e da qui nelle feci (75-91%); solo l’11% viene escreto nelle urine in forma non modificata.
Nessuno dei prodotti di biotrasformazione rilevati nell’uomo è dotato di attività farmacodinamica.
Il profilo farmacocinetico dell’alfuzosina non è influenzato dal cibo.
Nei soggetti anziani, di oltre 75 anni, l’assorbimento è più rapido ed i picchi di concentrazione sono più elevati. Inoltre la biodisponibilità può risultare aumentata ed in alcuni pazienti anziani il volume di distribuzione può essere ridotto, restando invariata l’emivita di eliminazione.
Il volume di distribuzione e la clearance dell’alfuzosina sono aumentati nei pazienti affetti da insufficienza renale, dializzati e non, e ciò è dovuto ad un aumento della frazione libera.
L’insufficienza renale cronica, anche se importante (clearance della creatinina fra 15 e 40 ml/min.), non è aggravata dall’alfuzosina.
In pazienti con grave insufficienza epatica, l’emivita di eliminazione plasmatica è prolungata. Si riscontra inoltre un aumento di 2 volte i valori di concentrazione massima plasmatica (Cmax) e di 3 volte i valori di area sottesa alla curva (AUC). La biodisponibilità è aumentata rispetto a quella osservata nei volontari sani.
Il profilo farmacocinetico dell’alfuzosina non è modificato dall’insufficienza cardiaca cronica.
Interazioni metaboliche: CYP3A4 è il principale enzima epatico coinvolto nel metabolismo dell’alfuzosina. Il ketoconazolo è un potente inibitore del CYP3A4.
Una dose giornaliera di 200 mg di ketoconazolo ripetuta, per sette giorni ha provocato un aumento del Cmax (2.11 volte) e dell’AUClast (2.46 volte) di alfuzosina OD 10 mg assunta a stomaco pieno. Altri parametri quali il tmax e il t1/2ß non sono stati modificati. La somministrazione giornaliera di 400mg di ketoconazolo, ripetuta per 8 giorni ha aumentato il Cmax dell’alfuzosina di 2.3 volte, e l’AUClast e l’AUC di 3.2 e 3.0 volte, rispettivamente (vedere paragrafo 4.5 “Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione”).
05.3 Dati preclinici di sicurezza
Gli studi di tossicità condotti con l’alfuzosina hanno dimostrato che essa ha una bassa tossicità in seguito a somministrazione acuta.
Negli studi di tossicità per somministrazioni ripetute (da 1 a 12 mesi nel cane Beagle, da 1 a 6 mesi nel ratto) essa è risultata ben tollerata.
Il farmaco non ha indotto effetti embriotossici o teratogeni né modificato i parametri di fertilità e negli studi di mutagenesi e carcinogenesi non ha rivelato alcun potenziale mutageno o carcinogenico.
La formulazione a rilascio prolungato, somministrata per un mese nel cane a dosi 10 volte superiori la dose terapeutica usata nell’uomo, non ha indotto alcun effetto di ordine funzionale od organico, né accumulo plasmatico.
INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
06.1 Eccipienti
Nucleolattosio, cellulosa microcristallina, povidone, sodio carbossimetilamido, magnesio stearato.
Rivestimento: ipromellosa, macrogol 400, titanio diossido (E171).
06.2 Incompatibilità
Non pertinente.
06.3 Periodo di validità
3 anni
06.4 Speciali precauzioni per la conservazione
Conservare a temperatura non superiore a 25°C.
06.5 Natura e contenuto della confezione
Astuccio da 30 compresse in blister.
06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione
Nessuna istruzione particolare.
07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio
Sanofi S.p.A.
Viale L. Bodio, 37/B – Milano.
08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio
AIC n. 027314018 2,5 mg comprese rivestite , 30 compresse.
09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione
Data della prima autorizzazione: 04.02.1991 Data del rinnovo più recente: 15.11.2009
10.0 Data di revisione del testo
Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: 22/05/2020