Levobupivacaina 5 mg/ml
Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto
Levobupivacaina 5 mg/ml: ultimo aggiornamento pagina: (Fonte: A.I.FA.)
01.0 Denominazione del medicinale
Levobupivacaina Kabi 5 mg/ml soluzione iniettabile / per infusione
02.0 Composizione qualitativa e quantitativa
ml di soluzione contiene 5 mg di levobupivacaina come levobupivacaina cloridrato. Ogni fiala da 10 ml contiene 50 mg di levobupivacaina come levobupivacaina cloridrato.
Eccipienti con effetto noto: 1 ml di soluzione contiene 3,6 mg di sodio equivalente a 36 mg di sodio per fiala da 10 ml.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
03.0 Forma farmaceutica
e iniettabile/ per infusione. Soluzione limpida incolore.
pH 4,0-6,0
Osmolarità: 271-372 mOsm/l
04.0 INFORMAZIONI CLINICHE
04.1 Indicazioni terapeutiche
ulti e adolescenti (≥ 12 anni )
Anestesia chirurgica
Maggiore, ad es., anestesia epidurale (compresa quella per il taglio cesareo), intratecale, perineurale (blocco della conduzione nervosa periferica).
Minore, ad es. per infiltrazione locale (compreso il blocco peribulbare nella chirurgia oftalmica).
Trattamento del dolore
Infusione epidurale continua, somministrazione epidurale in bolo singolo o multiplo per il
trattamento del dolore soprattutto del dolore post-operatorio o per l’analgesia del parto.
Bambini ( < 12 anni)
Analgesia (blocco ileoinguinale/ileoipogastrico)
04.2 Posologia e modo di somministrazione
La levobupivacaina deve essere somministrata esclusivamente da un medico, o sotto la
supervisione di un medico, dotato di esperienza e competenze adeguate.
Posologia
La tabella di seguito riportata è una guida al dosaggio per i blocchi più comunemente eseguiti.
Per l’analgesia (ad es. somministrazione epidurale per il trattamento del dolore) sono raccomandate le concentrazioni ed i dosaggi inferiori. Laddove sia richiesta un’anestesia profonda o prolungata con blocco motorio consistente (blocco epidurale o peribulbare), possono essere utilizzate concentrazioni maggiori.
Si raccomanda un’accurata aspirazione prima e durante la somministrazione per evitare l’iniezione intravascolare.
C’è una limitata esperienza di sicurezza con la terapia a base di levobupivacaina per periodi superiori a 24 ore. Per minimizzare il rischio di gravi complicazioni neurologiche, il paziente e la durata di somministrazione di levobupivacaina devono essere attentamente monitorati (vedere la sezione 4.4).
Dose massima
La dose massima deve essere calcolata valutando la massa, le condizioni fisiche del paziente,
insieme con la concentrazione del medicinale, l’area da anestetizzare e la via di somministrazione. Possono verificarsi variazioni individuali riguardo l’insorgenza e la durata del blocco. Studi clinici hanno dimostrato che l’insorgenza di un adeguato blocco sensitivo per un intervento chirurgico si instaura in 10-15 minuti dopo somministrazione epidurale con un tempo di regressione compreso nell’intervallo tra le 6- 9 ore.
La singola dose massima raccomandata è di 150 mg. Quando è richiesto un profondo blocco motorio e sensitivo per una procedura prolungata, possono essere richieste dosi aggiuntive. La dose massima raccomandata nelle 24 ore è di 400 mg. Per il trattamento del dolore post-operatorio la dose non deve superare i 18,75 mg/h.
Chirurgia ostetrica
Per il taglio cesareo non si devono usare concentrazioni superiori a 5 mg/ml (vedere paragrafo
4.3). La dose massima raccomandata è di 150 mg.
Nell’analgesia del parto per infusione epidurale, la dose non deve superare i 12,5 mg/h.
Popolazione pediatrica
Nei bambini (< 12 anni), la dose massima raccomandata per l’analgesia (blocco ileoinguinale/ileoipogastrico) è di 1,25 mg/kg/per lato.
Il dosaggio massimo deve essere regolato secondo il peso, la corporatura e la condizione fisica del paziente/bambino.
La sicurezza e l’efficacia della levobupivacaina nei bambini nelle altre indicazioni non sono state
04.3 Controindicazioni
Popolazioni speciali
Nei pazienti debilitati, anziani o affetti da patologie acute devono essere somministrate dosi ridotte di levobupivacaina, in rapporto alla loro condizione fisica.
Nel trattamento del dolore post-operatorio, si deve considerare la dose somministrata durante l’intervento chirurgico.
Non ci sono dati rilevanti in pazienti con compromissione epatica (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
Tabella delle dosi
Adulti e adolescenti (≥ 12 anni )
Adulti
Concentrazione (mg/ml)1 | Dose | Blocco motorio | |
---|---|---|---|
Anestesia chirurgica | |||
Bolo epidurale2 | |||
(lento) per | |||
intervento | |||
– Adulti | 5,0-7,5 | 10-20 ml (50-150 mg) | Da moderato a completo |
Epidurale ad iniezione lenta 3 per taglio cesareo | 5,0 | 15-30 ml (75-150 mg) | Da moderato a completo |
Intratecale | 5,0 | 3 ml (15 mg) | Da moderato a completo |
Nervo perifierico | 2,5-5,0 |
1-40 ml (2,5-150 mg max.) |
Da moderato a completo |
Uso oftalmico (blocco peribulbare) | 7,5 | 5-15 ml (37,5-112,5 mg) | Da moderato a completo |
Infiltrazione locale – Adulti |
2,5 |
1-60 ml (2,5-150 mg max.) |
Non applicabile |
Trattamento del | |||
dolore4 | 2,5 | 6-10 ml (15-25 mg) | Da minimo a |
Analgesia da parto | moderato | ||
(bolo epidurale5) | |||
Analgesia da parto (infusione epidurale) | 1,256 | 4-10 ml/h (5-12,5 mg/h) | Da minimo a moderato |
Dolore post operatorio |
1,256 2,5 |
10-15ml/h (12,5- 18,75mg/h) |
Da minimo a moderato |
5-7,5ml/h (12,5– 18,75mg/h) |
Levobupivacaina soluzione iniettabile / per infusione è disponibile in soluzioni da 2,5; 5,0; 7,5 mg/ml
Somministrare nell’arco di 5 minuti (vedere anche il testo)
Somministrare nell’arco di 15-20 minuti
Nei casi in cui la levobupivacaina è associata ad altri medicinali come oppioidi nel trattamento del dolore, la dose di levobupivacaina deve essere ridotta ed è preferibile l’uso della concentrazione più bassa (esempio 1,25 mg/ml)
L’intervallo minimo raccomandato tra un’iniezione e l’altra è di 15 minuti
Per informazioni sulla diluizione, vedere paragrafo 6.6.
Popolazione pediatrica (< 12 anni)
Concentrazione (mg/ml)1 | Dose | Blocco motorio | |
---|---|---|---|
Blocco | 2,5 | 0,5 ml/kg/lato (1,25 | |
ileoinguinale/ileoipo gastrico nei bambini < 12 anni |
5,0 |
mg/kg/lato) 0,25 ml/kg/lato (1,25 mg/kg/lato) |
Non applicabile |
Modo di somministrazione
Levobupivacaina Kabi 5 mg/ml è indicata per uso epidurale, intratecale, perineurale (blocco dei nervi periferici) e per infiltrazione (compreso l’uso peribulbare) (vedere la tabella delle dosi sopra).
L’aspirazione deve essere ripetuta prima e durante la somministrazione di un bolo, che deve essere iniettato lentamente e in dosi crescenti, ad una velocità di 7,5-30 mg/min; durante la procedura controllare accuratamente le funzioni vitali del paziente e mantenere il contatto verbale.
Se compaiono sintomi di tossicità, interrompere immediatamente l’iniezione.
Per le istruzioni sulla diluizione del medicinale prima della somministrazione, vedere il paragrafo 6.6.
04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso
Si devono tenere in considerazione le controindicazioni generali correlate all’anestesia regionale, indipendentemente dall’anestetico locale utilizzato.
Le soluzioni a base di levobupivacaina sono controindicate nei pazienti che presentano un’accertata ipersensibilità alla levobupivacaina, agli anestetici locali di tipo amidico o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1 (vedere paragrafo 4.8).
Le soluzioni di levobupivacaina sono controindicate nell’anestesia regionale endovenosa (Blocco di Bier).
Le soluzioni di levobupivacaina sono controindicate nei pazienti affetti da grave ipotensione, come lo shock cardiogeno o lo shock ipovolemico.
Le soluzioni di levobupivacaina sono controindicate per il blocco paracervicale in ostetricia (vedere paragrafo 4.6).
04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione
Tutte le tipologie di anestesia locale e regionale effettuate con la levobupivacaina devono essere eseguite in strutture ben attrezzate e la somministrazione deve essere eseguita da uno staff formato e con esperienza riguardo le tecniche anestesiologiche richieste e capace di diagnosticare e trattare ogni eventuale effetto avverso.
La levobupivacaina può causare reazioni allergiche acute, effetti cardiovascolari e danni
neurologici (vedere paragrafo 4.8).
La levobupivacaina nell’anestesia regionale deve essere somministrata con cautela nei pazienti con compromessa funzionalità cardiovascolare, ad es. grave aritmia cardiaca (vedere paragrafo 4.3).
L’introduzione di anestetici locali, attraverso la somministrazione intratecale o epidurale, nel sistema nervoso centrale di pazienti con preesistenti patologie del SNC può potenzialmente esacerbare alcuni di questi stati patologici. Di conseguenza è richiesta un’attenta valutazione clinica quando è prevista un’anestesia epidurale o intratecale in tali pazienti.
Anestesia epidurale
Durante la somministrazione epidurale di levobupivacaina, le soluzioni concentrate (0,5-0,75%) devono essere somministrate a dosaggi crescenti di 3 – 5 ml e con un intervallo di tempo tra le dosi sufficiente a rilevare manifestazioni tossiche dovute ad un’accidentale iniezione intravascolare o intratecale. Casi di grave bradicardia, ipotensione e compromissione respiratoria con arresto cardiaco (alcuni dei quali mortali), sono stati segnalati in associazione con anestetici locali, inclusa la levobupivacaina. Quando deve essere iniettata un’alta dose, come ad es. nel blocco epidurale, si raccomanda di somministrare una dose di prova di 3-5 ml di lidocaina con l’aggiunta di adrenalina.
Un’accidentale iniezione intravascolare può quindi essere riconosciuta da un aumento temporaneo della frequenza cardiaca mentre un’accidentale iniezione intratecale si riconosce da segni di blocco spinale.
Devono essere inoltre eseguite con la siringa delle aspirazioni prima e durante ogni iniezione supplementare nelle tecniche con catetere in infusione continua (intermittente).
Un’iniezione intravascolare è possibile anche se le aspirazioni del sangue sono negative. Durante la somministrazione dell’anestesia epidurale si raccomanda di somministrare inizialmente una dose di prova e monitorarne gli effetti prima di somministrare l’intera dose.
L’anestesia epidurale con qualsiasi anestetico locale può dare luogo ad ipotensione e bradicardia. Per tutti i pazienti deve essere previsto un accesso venoso. Deve essere assicurata la disponibilità di fluidi appropriati, vasopressori, anestetici con proprietà anticonvulsivanti, miorilassanti e atropina, attrezzatura e personale esperto per la rianimazione (vedere paragrafo 4.9).
Analgesia epidurale
Ci sono state segnalazioni postmarketing di sindrome di cauda equina ed eventi indicativi di neurotossicità (vedere sezione 4.8) temporaneamente associati con l’uso di levobupivacaina per l’analgesia epidurale per un periodo di tempo maggiore o uguale a 24 ore. Questi eventi sono stati più gravi ed in alcuni casi hanno portato a postumi permanenti quando la levobupivacaina è stata somministrata per più di 24 ore. Pertanto l’infusione di levobupivacaina per un periodo superiore a 24 ore deve
essere valutata attentamente e deve essere utilizzata solo quando il beneficio per il paziente supera il rischio.
E’ essenziale che l’aspirazione di sangue o liquido cerebrospinale (quando applicabile) vada eseguita prima dell’iniezione di un qualsiasi anestetico locale, sia prima della dose iniziale sia per tutte le dosi successive al fine di evitare l’iniezione intravascolare o intratecale. Tuttavia, una aspirazione a pressione negativa non protegge dal rischio di una iniezione intravascolare o intratecale. La levobupivacaina deve essere usata con cautela in pazienti che ricevono altri anestitici locali o agenti strutturalmente correlati ad anestetici locali di tipo ammidico, poichè gli effetti tossici di questi farmaci sono additivi.
Blocchi nervosi regionali maggiori
Al paziente devono essere somministrati fluidi per via endovenosa mediante un catetere a permanenza per assicurare la disponibilità di un accesso intravenoso. Si deve utilizzare la più bassa dose di anestetico locale efficace per l’anestesia allo scopo di evitare alti livelli plasmatici e effetti avversi gravi.
Si raccomanda di evitare la rapida iniezione di grandi volumi di soluzione di anestetico locale e quando possibile si devono utilizzare dosi frazionate (crescenti).
Utilizzo nella zona cefalica e del collo
Piccole dosi di anestetici locali iniettati nella zona cefalica e del collo, compresi i blocchi retrobulbari, dentali e del ganglio stellato, possono dar luogo a reazioni avverse, simili a quelle da tossicità sistemica osservate con iniezioni intravascolari accidentali di dosi maggiori. Le tecniche di iniezione richiedono la massima attenzione. Le reazioni avverse possono essere dovute all’iniezione intraarteriosa dell’anestetico locale con flusso retrogrado, fino alla circolazione cerebrale. Esse possono essere dovute anche alla puntura della membrana durale del nervo ottico durante un blocco retrobulbare, con conseguente diffusione dell’anestetico locale lungo lo spazio subdurale fino al mesencefalo. I pazienti che ricevono questi tipi di blocco devono essere osservati costantemente ed i loro parametri circolatori e respiratori devono essere monitorati. Si raccomanda di avere immediatamente disponibile l’attrezzatura per la rianimazione ed il personale per il trattamento delle reazioni avverse.
Utilizzo in chirurgia oftalmica
Il personale medico che effettua blocchi retrobulbari deve essere consapevole che si sono avuti casi di arresto respiratorio in seguito ad iniezione di anestetico locale. Prima di un blocco retrobulbare, cosi come con tutte le altre procedure regionali, devono essere assicurati l’immediata disponibilità di attrezzature, farmaci, e personale competente per il trattamento della depressione o dell’arresto respiratorio, delle convulsioni, e della stimolazione o depressione cardiaca. Cosi come per altre procedure anestesiologiche, i pazienti, dopo un blocco di tipo oftalmologico, devono essere costantemente tenuti sotto controllo per il riconoscimento dei segni di tali reazioni avverse.
Popolazioni speciali
Pazienti debilitati, anziani o affetti da patologie acute: la levobupivacaina deve essere usata con cautela nei pazienti debilitati, anziani o pazienti con patologie acute (vedere paragrafo 4.2).
Compromissione epatica: dal momento che la levobupivacaina è metabolizzata a livello epatico, deve essere usata con cautela nei pazienti con malattia epatica o con una circolazione sanguigna epatica ridotta, p. es. alcolisti o pazienti cirrotici (vedere paragrafo 5.2).
Questo medicinale contiene 1,57 mmol (o 36 mg) di sodio per fiala da 10 ml di soluzione. Ciò deve essere preso in considerazione per quei pazienti che seguono una dieta povera di sodio.
04.6 Gravidanza e allattamento
n vitro indicano che l’isoforma CYP3A4 e l’isoforma CYP1A2 mediano il metabolismo della levobupivacaina.
Sebbene non siano stati condotti studi clinici in merito, il metabolismo della levobupivacaina può essere influenzato dagli inibitori del CYP3A4, quali chetoconazolo e dagli inibitori CYP1A2 quali le metilxantine.
La levobupivacaina deve essere usata con cautela in pazienti in trattamento con farmaci antiaritmici dotati di attività anestetica locale, ad esempio mexiletina, o farmaci antiaritmici di classe III in quanto i loro effetti tossici possono sommarsi.
Non è stato ancora completato alcuno studio clinico per valutare la levobupivacaina in associazione con l’adrenalina.
04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari
Le soluzioni di levobupivacaina sono controindicate per il blocco paracervicale in ostetricia.
Basandosi sull’esperienza con la bupivacaina può insorgere bradicardia fetale in seguito a blocco paracervicale (vedere paragrafo 4.3).
Per la levobupivacaina, non ci sono dati clinici relativi all’esposizione al farmaco durante il primo trimestre di gravidanza. Studi condotti sugli animali non indicano effetti teratogeni, ma hanno evidenziato tossicità embrio-fetale a livelli di esposizione sistemica nello stesso intervallo dei livelli di esposizione ottenuti nell’uso clinico (vedere paragrafo 5.3). Il potenziale rischio per l’uomo non è noto. La levobupivacaina non deve quindi essere somministrata durante le prime fasi della gravidanza a meno che non sia strettamente necessario.
Tuttavia, ad oggi, l’esperienza clinica con bupivacaina nella chirurgia ostetrica (al termine della
gravidanza o per il parto) è ampia e non ha evidenziato effetti fetotossici.
Allattamento
L’escrezione di levobupivacaina nel latte materno non è nota. Tuttavia è probabile che siano
escrete nel latte materno scarse quantità cosi come si verifica per la bupivacaina. Di conseguenza
l’allattamento è possibile dopo anestesia locale.
Fertilità
Per la Levobupivacaina non sono disponibili o sono solo limitati i dati per valutare l’impatto sulla fertilità.
04.8 Effetti indesiderati
La levobupivacaina ha una forte influenza sulla capacità di guidare veicoli e di usare macchinari.
I pazienti devono essere avvertiti che non devono guidare o operare con macchinari finchè non
scompaiono gli effetti dell’anestesia e quelli immediati dell’intervento chirurgico.
04.9 Sovradosaggio
Le reazioni avverse relative alla levobupivacaina sono simili a quelle note per la stessa classe di medicinali. Le reazioni avverse al farmaco più comunemente riportate sono ipotensione, nausea, anemia, vomito, capogiri, cefalea, febbre, dolore procedurale, dolore alla schiena e sindrome da sofferenza fetale relativa all’uso del medicinale in ostetricia (vedere la tabella sotto riportata).
Sia le reazioni avverse riportate nella segnalazione spontanea sia quelle osservate negli studi clinici sono elencate nella seguente tabella. In ogni classe per sistemi e organi le reazioni avverse sono classificate per tipologia di frequenza usando la seguente convenzione:
molto comune (≥1/10) comune (≥1/100, <1/10)
non comune (≥1/1000, < 1/100), rara (≥1/10000, < 1/1000),
non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Classificazione per sistemi e organi | Frequenza | Reazioni avverse |
---|---|---|
Patologie del Sistema emolinfopoietico | Molto comune | Anemia |
Patologie del Sistema immunitario |
Non nota Non nota |
Reazioni allergiche (in casi gravi shock anafilattico) Ipersensibilità |
Patologie del sistema nervoso |
Comune Comune Non nota Non nota Non nota Non nota Non nota Non nota Non nota |
Capogiri Mal di testa Convulsioni Perdita della coscienza Sonnolenza Sincope Parestesia Paraplegia Paralisi1 |
Patologie dell’occhio |
Non nota Non nota Non nota Non nota |
Visione offuscata Ptosi2 Miosi2 Enoftalmo2 |
Patologie cardiache |
Non nota Non nota Non nota Non nota Non nota |
Blocco atrioventricolare Arresto cardiaco Tachiaritmia ventricolare Tachicardia Bradicardia |
---|---|---|
Patologie vascolari |
Molto comune Non nota |
Ipotensione Vampate2 |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche |
Non nota Non nota Non nota Non nota |
Arresto respiratorio Edema laringeo Apnea Starnutazione |
Patologie gastrointestinali |
Molto comune Comune Non nota Non nota |
Nausea Vomito Ipoestesia orale Perdita di controllo dello sfintere1 |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo |
Non nota Non nota Non nota Non nota Non nota Non nota |
Angioedema Orticaria Prurito Iperidrosi Anidrosi2 Eritema |
Patologie del Sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo |
Comune Non nota Non nota |
Mal di schiena Spasmi muscolari Debolezza muscolare |
Patologie renali e urinarie | Non nota | Disfunzione della vescica1 |
Condizioni di gravidanza, puerperio e perinatali | Comune | Sindrome da sofferenza fetale |
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella | Non nota | Priapismo1 |
---|---|---|
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Comune | Febbre |
Esami diagnostici | Non nota Non nota |
Diminuzione della gittata cardiaca Variazioni nell’elettrocardiogramma |
Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura | Comune | Dolore da procedura |
1 Questo può essere un segno o sintomo della sindrome della cauda equina (vedere testo aggiuntivo di seguito al paragrafo 4.8).
2 Questo può essere un segno o sintomo di sindrome di Horner transitoria (vedere testo aggiuntivo di seguito al paragrafo 4.8).
Le reazioni avverse con gli anestetici locali di tipo amidico sono rare, ma possono verificarsi in seguito a sovradosaggio o iniezione intravascolare accidentale e possono essere gravi.
E’ stata riportata sensibilità crociata fra i medicinali appartenenti al gruppo degli anestetici locali di tipo amidico (vedere paragrafo 4.3).
Un’iniezione intratecale accidentale di anestetici locali può portare ad una anestesia spinale molto alta.
Gli effetti cardiovascolari sono legati ad una depressione del sistema di conduzione cardiaco e ad una riduzione della eccitabilità e della contrattilità miocardica. Di norma, questi effetti sono preceduti da una forte tossicità a carico del sistema nervoso centrale, per esempio convulsioni; ma in rari casi, l’arresto cardiaco può insorgere senza effetti prodromici sul sistema nervoso centrale.
Il danno neurologico è una conseguenza rara ma ben nota dell’anestesia regionale e, in particolare, dell’anestesia epidurale e spinale. Può essere dovuto ad una lesione diretta del midollo o dei nervi spinali, alla sindrome dell’arteria spinale anteriore, all’iniezione di una sostanza irritante o di una soluzione non sterile. Raramente tali danni risultano permanenti.
Sono stati segnalati casi di prolungata debolezza o disturbi sensoriali, alcuni dei quali possono essere stati permanenti, in associazione alla terapia con levobupivacaina. E’ difficile determinare se gli effetti a lungo termine sono stati il risultato di tossicità ai medicinali o traumi non riconosciuti durante l’intervento chirurgico o di altri fattori meccanici, come l’inserimento del catetere e la manipolazione.
Sono stati segnalati casi di sindrome della cauda equina o segni e sintomi di potenziali lesioni alla base del midollo spinale o delle radici del nervo spinale (compresa
parestesia degli arti inferiori, debolezza o paralisi, perdita del controllo intestinale e/o del controllo della vescica e priapismo) associati alla somministrazione con levobupivacaina. Questi eventi sono stati più gravi ed in alcuni casi non sono stati risolti quando la levobupivacaina è stata somministrata per più di 24 ore (vedere sezione 4.4). Tuttavia, non è possibile determinare se questi eventi siano dovuti ad un effetto della levobupivacaina, a traumi meccanici del midollo spinale o delle radici del nervo spinale, o alla raccolta del sangue alla base della spina dorsale.
Sono stati segnalati anche casi di sindrome di Horner transitoria (ptosi, miosi, enoftalmo, sudorazione unilaterale e/o vampate) in associazione all’uso di anestetici regionali, tra cui la levobupivacaina. Questo evento si risolve con l’interruzione della terapia.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.aifa.gov.it/responsabili-farmacovigilanza.
05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
05.1 Proprietà farmacodinamiche
L’iniezione intravascolare accidentale di anestetici locali può causare reazioni tossiche immediate. In caso di sovradosaggio, le concentrazioni di picco plasmatiche non possono essere raggiunte fino a 2 ore dopo la somministrazione a seconda del sito di iniezione e, di conseguenza, i segni di tossicità possono manifestarsi in ritardo. Gli effetti del medicinale possono risultare prolungati.
Le reazioni avverse a livello sistemico, in seguito a sovradosaggio o ad iniezione intravasale accidentale, osservate con agenti anestetici locali ad azione prolungata, interessano sia il sistema nervoso centrale sia effetti cardiovascolari.
Effetti a carico del sistema nervoso centrale
Le convulsioni devono essere subito trattate con tiopentale o diazepam per via endovenosa in dosi adeguate a secondo della necessità. Queste due sostanze deprimono anche il sistema nervoso centrale e le funzioni cardiaca e respiratoria. Il loro uso può quindi indurre apnea. E’ possibile usare bloccanti neuromuscolari solo nel caso in cui il medico sia in grado di garantire la pervietà delle vie aeree e di trattare un paziente completamente paralizzato.
Se non sono trattate immediatamente, le convulsioni, con conseguente ipossia e ipercapnia, unite a depressione miocardica dovuta agli effetti dell’anestetico locale a carico del cuore, possono determinare aritmia cardiaca, fibrillazione ventricolare o arresto cardiaco.
Effetti cardiovascolari
L’ipotensione può essere prevenuta o attenuata da un pretrattamento con un’infusione di fluidi e/o con l’impiego di vasopressori. Nel caso in cui si verificasse ipotensione, essa deve essere trattata per via endovenosa con cristalloidi o colloidi e/o con dosi crescenti di un vasopressore quale efedrina 5-10 mg. Ogni altra causa coesistente di ipotensione deve essere rapidamente trattata.
Nel caso in cui si verificasse una bradicardia grave, un trattamento con atropina 0,3- 1,0 mg, normalmente ripristina la frequenza cardiaca a livelli accettabili.
L’aritmia cardiaca deve essere trattata come raccomandato e la fibrillazione ventricolare deve essere trattata con la cardioversione.
05.2 Proprietà farmacocinetiche
Categoria farmacoterapeutica: Anestetici locali, amidi Codice ATC: N01BB10
La levobupivacaina è un anestetico locale a lunga durata d’azione e un analgesico. Blocca la conduzione nervosa dei nervi sensitivi e motori, interagendo prevalentemente con i canali del sodio voltaggio dipendenti presenti sulla membrana della cellula, ma blocca anche i canali del potassio e del calcio. In aggiunta, la levobupivacaina interferisce con la trasmissione dell’impulso e la conduzione in altri tessuti dove gli effetti sul sistema cardiovascolare e sul sistema nervoso centrale sono i più importanti per il verificarsi delle reazioni cliniche avverse.
La dose di levobupivacaina è espressa come base, invece, nella bupivacaina come racemo, la dose è espressa come sale cloridrato. Ciò si traduce, approssimativamente, in un 13% in più di principio attivo nelle soluzioni di levobupivacaina rispetto a quelle di bupivacaina. In studi clinici condotti alle stesse concentrazioni nominali levobupivacaina ha mostrato un effetto clinico simile alla bupivacaina.
In uno studio di farmacologia clinica che utilizzava il modello del blocco del nervo ulnare, la levobupivacaina ha mostrato di avere la stessa potenza della bupivacaina. L’esperienza sulla sicurezza di levobupivacaina per periodi di terapia superiori a 24 ore è limitata.
05.3 Dati preclinici di sicurezza
Assorbimento
Nelle sperimentazioni nell’uomo, le cinetiche di distribuzione della levobupivacaina in seguito a
somministrazione per via endovenosa risultano essenzialmente le stesse della bupivacaina. La concentrazione plasmatica della levobupivacaina in seguito a somministrazione terapeutica dipende dalla dose e, poichè l’assorbimento dal sito di somministrazione è influenzato dalla vascolarizzazione del tessuto, dalla via di somministrazione.
In uno studio di farmacologia clinica dove sono stati somministrati 40 mg di levobupivacaina per via endovenosa l’emivita media è stata di circa 80 ± 22 minuti, il Cmax di 1,4 ± 0,2 µg/ml e
l’AUC di 70 ± 27 µg min/ml.
I valori medi di Cmax e AUC (0-24 ore) di levobupivacaina sono stati approssimativamente proporzionali alla dose a seguito di somministrazione epidurale di 75 mg (0,5%) e 112,5 mg (0,75%) e a seguito di dosi di 1 mg/kg (0,25%) e 2 mg/kg (0,5%), usati per il blocco del plesso brachiale. A seguito di somministrazione epidurale di 112,5 mg (0,75%) i valori medi di Cmax e AUC sono stati rispettivamente di 0,58 µg/ml e 3,56 µg• h/ml.
Distribuzione
Nell’uomo, il legame della levobupivacaina alle proteine plasmatiche è stato valutato in vitro ed è risultato essere >97% a concentrazioni comprese tra 0,1 e 1,0 µg/ml.
Il volume di distribuzione dopo somministrazione endovenosa è stato di 67 litri. Biotrasformazione
Non ci sono dati relativi ai pazienti con ridotta funzionalità epatica (vedere paragrafo 4.4).
Levobupivacaina è ampiamente metabolizzata e non è stata trovata levobupivacaina in forma immodificata nelle urine o nelle feci. La 3-idrossilevobupivacaina, principale metabolita della levobupivacaina, è escreta nelle urine sotto forma di coniugati dell’acido glucuronico e dell’estere solfato. Studi in vitro hanno dimostrato che il CYP3A4 e il CYP1A2 mediano il metabolismo della levobupivacaina rispettivamente a desbutil-levobupivacaina e 3-idrossi-levobupivacaina.
Questi studi indicano che il metabolismo di levobupivacaina e bupivacaina sono simili. Non c’e evidenza di racemizzazione in vivo della levobupivacaina.
Eliminazione
Non ci sono dati relativi a pazienti con ridotta funzionalità renale. La levobupivacaina è ampiamente metabolizzata e levobupivacaina in forma immodificata non è escreta nelle urine.
La clearance totale media plasmatica e l’emivita terminale di levobupivacaina dopo infusione endovenosa sono state rispettivamente 39 l/h e 1,3 ore.
A seguito di somministrazione endovenosa, il recupero della levobupivacaina è quantitativo con una media totale di levobupivacaina nelle 48 ore pari al 95% di cui 71% recuperato nelle urine e 24% nelle feci.
INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
06.1 Eccipienti
In uno studio di tossicità embrio-fetale nei ratti, a livelli di esposizione sistemica nello stesso range di quelli ottenuti nella pratica clinica, è stato osservato un aumento dell’incidenza di dilatazione della pelvi renale, degli ureteri, dilatazione del ventricolo olfattivo e delle costole extra toraciche e lombari. Non vi sono state malformazioni correlate al trattamento.
In studi condotti per stabilire la mutagenicità e la clastogenicità, la levobupivacaina non è risultata essere genotossica. Non sono stati condotti test di cancerogenicità.
06.2 Incompatibilità
Sodio cloruro
Sodio idrossido (per regolare il pH) Acido cloridrico (per regolare il pH) Acqua per preparazioni iniettabili.
06.3 Periodo di validità
E’ possibile che la levobupivacaina precipiti se diluita con soluzioni alcaline e non deve essere diluita o co-somministrata ad iniezioni di sodio bicarbonato. La levobupivacaina non deve essere miscelata con altri medicinali ad eccezione di quelli indicati nel paragrafo 6.6.
Periodo di validità
anni.
Dopo la prima apertura: il medicinale deve essere usato immediatamente.
Validità dopo la diluizione:
la stabilità chimico-fisica in condizioni d’uso è stata dimostrata per Levobupivacaina Kabi diluita con sodio cloruro 9 mg/ml (0,9%) ad una concentrazione finale di 0,625 mg/ml e 1,25 mg/ml rispettivamente per 30 giorni a 2-8°C o 20°C-25°C.
La stabilità chimico-fisica in condizioni d’uso è stata dimostrata per Levobupivacaina Kabi diluita con sodio cloruro 9 mg/ml (0,9%) ad una concentrazione finale di 0,625 mg/ml e 1,25 mg/ml rispettivamente
con clonidina cloridrato 8,4 µg/ml, morfina solfato 50 µg/ml e fentanil citrato 2-4 µg/ml per 30 giorni a 2-8°C o 20°C-25°C.
con sufentanile aggiunto alla concentrazione di 0,4 µg/ml per 30 giorni a 2-8°C o 7 giorni a 20°C-25°C.
Da un punto di vista microbiologico il medicinale deve essere usato immediatamente. Se non usato immediatamente i tempi di conservazione in condizioni d’uso e le condizioni di conservazione prima dell’uso sono di responsabilità dell’utilizzatore e non dovrebbero normalmente superare le 24 ore a 2-8°C, a meno che la diluizione e la miscelazione non siano state allestite in condizioni di asepsi controllata e validata.
06.4 Speciali precauzioni per la conservazione
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione. Per le condizioni di conservazione del medicinale diluito, vedere paragrafo 6.3.
06.5 Natura e contenuto della confezione
Fiale di polipropilene da 10 ml, in blister sterili. E’fornita in confezioni da 5,10 o 20 unità.
E’ possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione
Per uso singolo. Gettare la soluzione non utilizzata. Non utilizzare se il contenitore è danneggiato.
La soluzione/diluizione deve essere visivamente ispezionata prima dell’uso. Solamente le soluzioni limpide e senza particelle visibili possono essere usate.
Scegliere una fiala in blister sterile quando è richiesto che la superficie della fiala sia sterile. La superficie della fiala non è sterile se l’involucro non è integro.
Le diluizioni delle soluzioni standard di levobupivacaina devono essere effettuate con una soluzione iniettabile di sodio cloruro 9 mg/ml (0,9 %) in condizioni di asepsi.
Clonidina 8,4 µg/ml, morfina 0,05 mg/ml, fentanil 2-4 µg/ml e sufentanil 0,4 µg/ml hanno dimostrato compatibilità con levobupivacaina in soluzione iniettabile di sodio cloruro 9 mg/ml (0,9 %).
Per la validità del prodotto diluito vedere il paragrafo 6.3.
Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.
07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio
Fresenius Kabi Italia S.r.l. Via Camagre, 41
37063 Isola della Scala, Verona
08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio
043362161 – "5 MG/ML SOLUZIONE INIETTABILE E PER INFUSIONE" 5 FIALE STERILI IN PP DA 10ML
043362173 – "5 MG/ML SOLUZIONE INIETTABILE E PER INFUSIONE" 10 FIALE STERILI IN PP DA 10ML
043362185 – "5 MG/ML SOLUZIONE INIETTABILE E PER INFUSIONE" 20 FIALE STERILI IN PP DA 10ML
09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione
10.0 Data di revisione del testo
Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: ———-